
1) Una dieta ricca di fibra solubile e alcuni probiotici, modula la quantità di bacteroides (i batteri buoni) e firmicutes. Bacteroides e firmicutes utilizzano la fibra e i polisaccaridi non amidacei per produrre acidi grassi a corta catena (SCFA). Gli SCFA sono un nutriente per gli enterociti (le cellule intestinali), promuovendone la salute; inoltre, possono arrivare al fegato, determinando la gluconeogenesi epatica, oltre a stimolare la cellula intestinale a produrre peptide YY (PYY), che agisce sul sistema nervoso centrale riducendo l'appetito e aumentano la velocità di transito intestinale, riducendo quindi il tempo di contatto delle tossine con il lume intestinale, oltre a ridurre i problemi di stipsi.
2) Una dieta scorretta (ad es. ricca di carni, carni lavorate e trasformate, cereali raffinati) e la presenza di patogeni ambientali, aumenta la presenza di Gram-negativi (molti di questi batteri sono cattivi), con attivazione dei macrofagi e infiammazione del tessuto adiposo. Il tessuto adiposo infiammato risulta particolarmente resistente anche alle diete ipocaloriche, inoltre produce vari ormoni e altre molecole che vanno a stimolare la fame e aumentano la resistenza all'insulina (molecole diabetogene).
3) Una dieta ricca di colina (es. carni rosse, carni grasse, carni lavorate e trasformate, uova, formaggi, ec.) porta il microbiota intestinale a convertire questa sostanza in trimetilammina (TMA), che raggiunge il fegato e viene convertita in trimetilammina-N-ossido (TMAO). La TMAO porta l'accumulo di lipidi e colesterolo a livello dei vasi sanguigni, promuovendo l'aterosclerosi.
4) Il microbiota intestinale è anche in grado di manipolare gli acidi biliari, determinandone la conversione in acidi biliari primari e secondari, con effetti sensibilizzanti per l'insulina (antidiabetogeni).
L'alimentazione, i prebiotici (fibra solubile, frutto-oligosaccaridi, galatto-oligosaccaridi, amidi resistenti, gomme, polifenoli, ec.) e i probiotici possono modulare il microbiota intestinale, favorendo un microbiota sano. Un microbiota sano si associa a una riduzione del peso corporeo, al mantenimento di un peso sano, a un minor stato infiammatorio, a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e di molti altri organi e apparati.
Dott. Daniele Gabrovec - Biologo Nutrizionista
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